Ieri alla partecipata iniziativa di Catania “ I BENI CONFISCATI SONO BENI COMUNI”, i diversi interventi previsti sono entrati nel merito delle riflessioni e delle proposte avanzate da AUSER contenute nell’intervento introduttivo della Presidente di AUSER CATANIA Nicoletta GATTO.
L’iniziativa è stata presieduta da Giorgio SCIRPA Presidente di AUSER SICILIA, sono intervenuti: Carmelo DE CAUDO Segretario Generale CGIL Catania, Antonello CRACOLICI, Presidente della Commissione Regionale Antimafia, Matteo IANNITTI di ARCI e “I Siciliani Giovani”, Dario GULISANO del “Progetto Arbor” che si occupa dei “senza fissa dimora” di Catania, Rosario ROSSI Funzionario del Comune esperto di Beni Comunitari , Sebastiano ARDITA magistrato, Alfio MANNINO Segretario Regionale della CGIL SICILIA.
Alla iniziativa hanno portato il loro contributo di merito anche Luciano VENTURA Segretario Generale di Confcooperative Sicilia, Alessandro SCIORTINO di LegaCoop Sicilia Orientale, Agata PALAZZOLO del SUNIA CATANIA.
L’ iniziativa ha registrato due presenze nazionali di rilievo, Ivan PEDRETTI, Segretario Generale Nazionale dello SPI CGIL e Domenico PANTALEO Presidente Nazionale di AUSER che, concludendo, i lavori, sulla base di quanto emerso anche nella giornata di ieri e per il valore strategico che assumono i beni confiscati nella più generale battaglia contro la mafia, si è impegnato ad organizzare una iniziativa nazionale.
Si continueranno le iniziative e i confronti in tutto il territorio siciliano per costruire una vertenzialità diffusa, lavorando per costruire una “rete” tra le Istituzioni, il Sindacato, le Comunità Cittadine e altri soggetti associativi del Terzo Settore.
Nei giorni scorsi il Presidente Mattarella, in visita a Casal di Principe, ha ribadito come la lotta alla mafia deve restare una priorità della Repubblica, che occorre sconfiggere l’indifferenza e come in questa lotta non si può rimanere neutrali perché questo, oggettivamente ci fa diventare, inconsapevolmente, complici della mafia.
Come AUSER abbiamo rilanciato diverse proposte, alcune delle quali, sono state riprese autorevolmente dal Presidente della Commissione Antimafia Regionale On. Antonello CRACOLICI che ha annunciato la presentazione di un disegno di legge per istituire, in ogni provincia, “comitati per la legalità” per l’utilizzo sociale dei beni confiscati, la definizione un regolamento regionale che definisca le “linee guida” uniformi per l’assegnazione e la gestione dei beni confiscati che preveda anche un fondo aggiuntivo per aiutare le Associazioni nella gestione dei beni confiscati.
Occorre continuare a sequestrare i patrimoni dei mafiosi, ancora in gran parte nella loro disponibilità e valorizzare i beni finora sequestrati (oltre 40 miliardi di euro).
La conoscenza di questo patrimonio va resa di pubblico dominio da parte degli Enti Locali, come previsto dalle esistenti norme sulla trasparenza spesso non osservate.
Questi beni vanno assegnati con rapidità da parte dei Comuni e/o direttamente da parte della Agenzia dei Beni Confiscati, anche attraverso bandi dedicati al Terzo Settore, prevedendo una durata congrua di tali assegnazioni.
Utilizzare, parte della liquidità finanziaria sottoposta a confisca, che oggi affluisce interamente nel Fondo Unico della Giustizia, per risanare, ristrutturare e gestire i beni confiscati.
Rafforzare e qualificare il ruolo della ANBCS Agenzia nazionale beni confiscati.
Dal dibattito è emersa anche l’esigenza che, per evitare l’enorme distanza temporale tra le varie fasi (sequestro, confisca, provvedimenti definitivi) che spesso sono la causa non ultima di depauperamento dei beni, occorrerebbe prevedere la possibilità di assegnazioni provvisorie già nella fase del sequestro.
L’intuizione di Pio La Torre di togliere i patrimoni ai mafiosi e restituirli alla collettività è di straordinaria importanza e attualità.
L’impegno di AUSER SICILIA continua sia per impedire che tali beni restino abbandonati che per contrastare ipotesi di una loro vendita al solo fine di una mera capitalizzazione finanziaria.
Essi devono diventare luoghi di socializzazione, strumenti per lenire il disagio abitativo, presidì di democrazia, occasioni di lavoro e sviluppo
Tutto questo, riteniamo sia uno dei modi più efficaci di contrasto alla mafia.