Casa: Forum dell’abitare chiede interventi per il disagio abitativo in Sicilia. “Servono governance,
investimenti e programmi di riqualificazione e riutilizzo. Subito una legge quadro regionale sul diritto
all’abitare”.

Palermo, 14 giu- In un quadro di crescente povertà, di lavoro precario e a basso reddito, di pensioni altrettanto basse, di caro- affitti, il problema della casa si fa sempre più grave per molte famiglie siciliane.

Nel 2022 sono stati 10.733 gli sfratti – tra quelli emessi, quelli eseguiti e le richieste di esecuzione- mentre le domande giacenti per assegnazione di case popolari sono 23.938.
Gli affitti inoltre lievitano: l’8, 2 per cento delle persone, contro il dato nazionale del 6,6%, vive in famiglie che spendono più del 40% del reddito netto per l’abitazione e il 5,5% vive in situazione di sovraffollamento, in ambienti fatiscenti, dove mancano
anche i servizi sanitari (dati Istat 2022). Sono alcuni dei dati del disagio abitativo in Sicilia, contenuti in un dossier presentato oggi da un insieme di organizzazioni e sindacati della Sicilia -Cgil, Sunia, Federcomsumatori, Arci, Legambiente, Comunità di Sant’Egidio, Auser e Udu- che hanno deciso di dare vita al “Forum dell’abitare”, per fare massa critica e ottenere risposte dalle istituzioni. Latitanti queste ultime,
per le sigle del Forum, con una Regione, dice il “Manifesto” del Forum, che “non mette in bilancio somme adeguate a mitigare il disagio abitativo, né a riqualificare il patrimonio abitativo di edilizia residenziale pubblica.

Che non ha mai normato la complessa materia dell’Erp”. Mentre la spesa pro capite dei comuni a sostegno del diritto ad abitare è irrisoria, soprattutto se confrontata a quella di altre città d’Italia (Openpolis sui bilanci comunali 2021): a Ragusa si spende 0,01 euro ad abitante, a Genova invece 58,26euro (i due estremi della scala); a Catania 0,84 euro, a Bologna 33,31 euro. Il Forum chiede una legge quadro regionale sull’abitare, che affronti la complessa materia. E che preveda anzitutto un Osservatorio, in grado di monitorare il settore, in tutti i suoi molteplici aspetti. “E’ necessario attuare strategie efficaci per sconfiggere il muro di indifferenza che oscura i problemi”, dice il manifesto. La proposta del Forum – che guarda anche alla transizione energetica e si inscrive nella linea di “consumo di suolo zero” – prevede
strumenti di governance come un assessorato regionale alla casa, ma anche, al livello locale, agenzie sociali per la casa, vere e proprie cabine di regia e coordinamento tra soggetti pubblici, sindacati e organizzazioni del terzo settore.

Vengono chiesti strumenti finanziari di sostegno economico agli sfrattati a reddito
medio-basso. Ma anche programmi di riqualificazione urbana e degli edifici di edilizia residenziale pubblica con un obiettivo sociale volto a garantire il diritto all’abitare e la qualità dell’abitare. Per il Forum si deve andare anche al riutilizzo ai fini abitativi dell’ingente patrimonio pubblico dismesso con la creazione di
un’apposita banca dati e prevedere la destinazione a scopo abitativo dei beni confiscati alla mafia. Di questi ultimi sono già nelle disponibilità degli Enti locali siciliani quasi 3 mila. Il Forum chiede anche l’ampliamento dei posti letto e degli alloggi per gli studenti (oggi la disponibilità per i fuorisede copre poco più del 5%) e la garanzia del diritto alla casa per tutti i soggetti a rischio di esclusione sociale. C’è bisogno insomma di investimenti a tutti i livelli e “di un’urbanistica -dice Manifesto- che non risponda agli interessi speculativi privati ma che, al servizio della collettività, possa garantire alla città e ai territori l’opportunità di coniugare
esigenze di sviluppo e sostenibilità sociale, ambientale ed economica”. Sottolineata anche la necessità di sostenere le politiche regionali con politiche nazionali, rifinanziando ad esempio il fondo di sostegno agli affitti e varando una legge nazionale per un piano straordinario per la casa con al centro il recupero del
patrimonio pubblico dismesso e delle case popolari. Iniziative per le quali servono “adeguati investimenti”.

Condividi l'articolo!